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UN LABORATORIO DI LETTURA, SCRITTURA E CREATIVITÀ: questo ha voluto essere il progetto messo in campo dall'istituto Moccia di Nardò con l'aiuto di due esperti, la cantautrice Cristiana Verardo e l'esperto in video editing Fernando Antico.
Partendo dalla lettura di un classico della letteratura italiana, La locandiera di C.Goldoni, gli alunni hanno sviluppato percorsi di analisi del testo, attualizzandone il contenuto.
Se il principio ispiratore dunque, è stato il rafforzamento delle competenze di base, centrale è stata poi l'autodeterminazione, la consapevolezza del proprio sé, del proprio valore, indipendentemente dall'appartenenza a qualsiasi categoria: sociale, economica, di genere, sessuale, o etnica.
IlpProgetto è stato pensato in un'ottica di prevenzione di situazioni di disagio e di rischio psico-sociale del bacino di utenza, per dare risposta ai differenti bisogni degli studenti attraverso una serie di interventi ed esperienze, all’interno di un curricolo integrato che promuove la socializzazione, lo sviluppo di capacità relazionali e comunicative fondate sul rispetto di sé, dell’altro, delle regole, della diversità e dell’ambiente.
"Sono chi sono" è dunque la risposta all'omologazione, ma soprattutto ai tanti atti di violenza, psicologica, fisica, culturale che spesso si subiscono nel proprio percorso di vita, e che con questo percorso di studi e analisi i giovani hanno potuto indagare e interiorizzare.
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Il modulo "Benessere a scuola" che ha dato vita al percorso sulla "Mandala a Scuola" è nato dall’intento di vedere l’istituzione scolastica in un’ottica ben precisa: da una parte prevenire il disagio, dall’altra favorire la salute psicofisica, intesa come condizione di benessere fisico, psichico e sociale.
A tal fine si è ritenuto necessario applicare metodologie educative e didattiche al passo con i tempi e con le crescenti e sempre più diversificate esigenze degli alunni.
Il concetto di benessere veicolato lungo il percorso formativo del progetto, è stato confezionato come costruzione di percorsi in cui i bambini sono i protagonisti del processo educativo e della propria crescita personale, e la co-partecipazione e il loro coinvolgimento nel processo decisionale delle tappe didattiche rende più efficace la fase empirica di attuazione delle stesse. Ecco perchè i principi ispiratori del progetto sono stati l’inclusione, la partecipazione attiva e lo sviluppo armonico delle relazioni, in una dimensione prettamente esperienziale e ludica.
L'arte della pittura dei mandala si estrinseca così da generare i famosi 8 benefici che si generano sul cervello e sulla nostra mente:
- Attivazione dell’emisfero destro del cervello
- Sincronizzazione cerebrale
- Miglioramento della creatività e della capacità di risolvere i problemi
- Alleggerimento della mente
- Attivazione di uno stato naturale di meditazione
- Intuizione e ideazione di nuovi progetti
Tutti effetti positivi dunque, che hanno consentito ai bambini di vivere un'esperienza profonda di sviluppo dell’essere più che del sapere, focalizzando gli interessi sul rispetto di se stessi, degli altri e dell’ambiente, valorizzando le differenze e le caratteristiche intrinseche delle identità.
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23 studenti dell'indirizzo Scienze Umane del Liceo Giordano Bruno e della scuola media Majorana hanno lavorato come un’agenzia creativa alla progettazione e realizzazione di un evento d’arte dipingendo il muro, le panchine e le colonne della scuola, nel corso di un workshop con l’artista OPIEMME.
Il percorso è stato il cuore del progetto a valere sull'Avviso FSE sul Potenziamento dell'educazione al patrimonio culturale, artistico, paesaggistico con cui, con la guida della docente Elena Paloscia, i ragazzi hanno sperimentato le tecniche della Street Art e conosciuto l’arte pubblica, scoprendo in questo modo il patrimonio della città di Roma.
La città eterna è valorizzata quasi sempre per le aree centrali già note e alla portata di una vasta fascia di fruitori, tuttavia Roma custodisce un patrimonio diffuso, che riserva molte sorprese, anche nelle aree più periferiche, luoghi inesplorati o poco conosciuti. Lo stesso concetto di centro-periferia tende oggi a creare una frattura, anche di tipo socio-culturale, che lascia cristallizzare preconcetti legati ad un’immagine di bellezza in contrasto con un’idea di deprivazione.
Su questo hanno lavorato i ragazzi coinvolti, operando sempre in gruppi (in cui i grandi aiutavano i più piccoli), selezionando alcuni testi del Filosofo Giordano Bruno con cui si è proceduto alla progettazione di un murale.
Poi sono stati scelti gli aforismi del progetto #opiemmepoesia proposti dall’artista per le panchine e infine si è passati all'operatività vera e propria, ritagliando gli stencil, sverniciando e dipingendo le panchine con i colori preparati con l’artista.
Pennelli e spray sono stati gli strumenti con cui sono stati dipinti sul muro 8 pianeti e al centro il Sole con frasi e lettere cadenti..."pianeti di lettere".
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E se le competenze linguistiche potessero rappresentare una leva strategica per aumentare il potenziale di occupazione professionale dei ragazzi? Anche la stessa lingua italiana, vista con l'occhio di chi guarda al futuro, potrebbe sembrare un universo da esplorare, e non più un assunto dato per assodato sui cui nessuno si sofferma.
Da queste premesse è nato il progetto del Liceo Classico G.B. Vico di Napoli, che ha reinterpretato una delle competenze base per costruire con gli studenti coinvolti un vero e proprio programma di crescita e di investimento nel futuro.
Il progetto è stato finalizzato al recupero e, in una seconda fase, al potenziamento delle competenze linguistiche nella lingua madre applicando allo studio dell'italiano l'approccio funzionale normalmente usato per lo studio della L2.
Oltre che una valenza didattica, il progetto è stato finalizzato a garantire agli studenti una preparazione necessaria per sostenere l’esame volto al rilascio della certificazione linguistica in italiano, spendibile nel mondo del lavoro anche in paesi esteri, oppure nel panorama scolastico per l’insegnamento della lingua italiana.
L’approccio funzionale peculiare del progetto è stato rivolto alla fruizione di un museo all’aperto, distribuito nelle stazioni della metropolitana di Napoli. Ovvero il cosiddetto Metro dell’Arte, progetto per rendere più accoglienti e piacevoli i luoghi della mobilità pubblica napoletana, rendendo accessibile a tutti la bellezza di alcune tra le più belle opere dell’arte contemporanea.
Osservando le opere rappresentate gli studenti sono stati chiamati a mettere per iscritto le loro emozioni più profonde, le suggestioni e le connessioni suggerite, in uno sforzo comunicativo che ha comportato una conoscenza e un uso della lingua italiana oculati, per la ricerca di metafore, verbi e aggettivi che meglio potessero dar voce alle sensazioni
Un'attestazione formale, dunque, della conoscenza della propria lingua, per guardare al futuro con più forza e determinazione, ma anche un nuovo modo di comunicare, di rendere i propri pensieri e di trasferire emozioni prima che parole.
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In questo progetto la lingua madre è stata riletta con un gioco multiforme, che partendo dalla comprensione delle opere letterarie, e passando per la reinterpretazione creativa dei contenuti in esse veicolati, si è tradotto infine in quella verbalità del corpo che abbraccia qualsiasi forma espressiva.
Sono stati coinvolti tutti gli studenti e poi accompagnati verso il linguaggio teatrale.
Con giochi di improvvisazione individuale e collettiva, esercizi corporei (organizzazione senso – percettiva, strutturazione spaziale e temporale), e vocali (respirazione, emissione vocale individuale e in relazione agli altri), si è giunti alla maturazione necessaria per procedere con una lettura personale e collettiva dell’opera di W. Shakespeare “Re Lear”.
Dalla lettura si è passati alla scrittura della sceneggiatura. Attraverso discussioni aperte e confronti è stata delineata una costruzione dei personaggi e delle situazioni. Si è passati poi alla stesura vera e propria del testo nonché alla revisione e correzione.
Infine la rappresentazione della performance sul modello “spettacolo teatrale” dal titolo 'Re Lear e le sue figlie', che ha visto un gruppo maturo e coeso.
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I ragazzi della scuola secondaria di primo grado Einaudi dell'I.C. Anna Frank di Sesto San Giovanni hanno esplorato il linguaggio della poetry e del rap, del beat box e della musica e del disegno/street art, accompagnati dalla Cooperativa Sociale Industria Scenica Onlus e dagli esperti: Davide Passoni, Marco Lombardo, Simone Brullo.
Il percorso ha permesso ai ragazzi di sviluppare le proprie competenze nell’ambito linguistico, grammaticale, metrico e contenutistico attraverso l’utilizzo di poesie, testi e canzoni della scena rap. Hanno lavorato anche grazie a guidate dinamiche di gruppo, al fine di far emergere le tematiche di loro interesse. Su queste hanno poi provato a scrivere, inventare, mettere in rima frasi e dopo un lavoro di scarto e selezione sono arrivati a definire l'argomento da sviluppare: “i sogni e la realtà”.
I ragazzi hanno lavorato sul ritmo, sul concetto “di coro”, come lavoro di gruppo, e sull’approfondimento del concetto di metrica e di tempo. Hanno imparato l’arte del beat box e coadiuvati dalla strumentazione tecnica adeguata hanno realizzato un tappeto sonoro che remixato è diventata la vera e propria base musicale della canzone. Su questa base hanno composto delle frasi che hanno portato alla realizzazione della canzone “Desidero 1 Desiderio”.
Infine, il contenuto della canzone è stato tradotto in simboli e disegni che, composti e assemblati, hanno dato vita al progetto del murales. Il gruppo infatti, una volta scelto il disegno, ha imparato le basi della pittura muraria utilizzando, rulli, pennelli, vernici, bombolette ad acqua per interni e bombolette da esterno.
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L'Istituto Sibillini è inserito in un territorio montano in cui non ci sono quei servizi che danno a tutti i ragazzi l’opportunità di vivere esperienze tali da strutturare la consapevolezza delle proprie attitudini. Inoltre il contesto sociale manifesta l’esigenza di affiancare i ragazzi nelle attività extra scolastiche. La mission dell'istituto, infatti, si esplicita nella promozione dei valori di cultura, rispetto e democrazia mediante il potenziamento del rapporto con il territorio. In questo modo la scuola si propone come ambiente favorevole non solo all’apprendimento delle conoscenze ma anche come luogo di aggregazione e di inclusione, distogliendo dalla dispersione e promuovendo lo sviluppo globale della personalità.
Il Progetto A scuola con piacere e, nello specifico, il modulo "La creatività vien teatrando" ha reso possibile il coinvolgimento degli studenti in situazioni di apprendimento formali e non formali molto motivanti e dirette allo sviluppo dei talenti di ciascuno e al rinforzo delle competenze attraverso attività manuali e pratiche. Sono state promosse esperienze di scrittura creativa, di approccio alla musica a livello di fruizione e di produzione e il perfezionamento di ogni forma di comunicazione non verbale (gestualità, mimica, espressione corporea).
Nelle 60h svolte, peraltro nel periodo estivo, quando la scuola era chiusa, i ragazzi della scuola primaria hanno prodotto una storia, creato delle marionette, lavorato alla creazione di un cortometraggio, e collaborato alla scrittura dello spettacolo finale in cui raccontare le esperienze vissute.
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L’idea di realizzare un laboratorio di teatro creativo e drammatizzazione di favole, creando scenari, danze, musiche è nata per questa Scuola con l’intento di sviluppare la personalità degli alunni in riferimento all’apprendimento, alla socializzazione e all’attivazione delle relazioni interpersonali.
Nella costruzione del Progetto si è partiti proprio dagli stessi bambini e dalla loro teatralità spontanea, istintiva, naturale ne “il gioco del far finta” sotto la guida dell’adulto, che ha cercato di metterla in luce, di arricchirla, valorizzarla, farla venir fuori (maieutica), ma anche di contenerla e canalizzarla positivamente stimolando in loro un atteggiamento ludico verso la vita e il pensiero divergente e creativo.
All’interno del progetto, attraverso la drammatizzazione delle storie narrate dall’insegnante, i bambini di 4 e 5 anni sono stati coinvolti nell’invenzione di storie, di suoni, di canzoni e di tanti modi di utilizzare il proprio corpo e la propria voce.
In particolare uno sforzo di teatralizzazione ha riguardato il tema del riciclo e del recupero della plastica, aggiungendo al trasferimento di competenze puramente “teatrali”, anche quelle più propriamente scientifiche – se così si può dire - che hanno in qualche modo sensibilizzato anche gli stessi piccoli protagonisti al tema del riuso della plastica, in un gioco di ruoli per cui i bambini si sono trovati a rendere più consapevoli gli adulti sui più comuni errori e sui correlati rischi dell’uso della plastica.
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Non solo un progetto di educazione motoria, finalizzato ad arricchire, consolidare e ampliare le abilità creativo-espressive del gruppo e di ciascun bambino, ma anche un vero e proprio viaggio di introspezione che ha aiutato i ragazzi nel superamento di particolari condizioni di disagio socio-culturale.
Il percorso ideato nel progetto, ispirato al tema del circo, dei suoi personaggi e delle sue atmosfere fantastiche, è stato introdotto attraverso la drammatizzazione del racconto “Il circo delle meraviglie” che ha voluto essere un mezzo attraverso cui entrare nell’immaginario dei bimbi e suscitarne la curiosità.
Con cartoni e tempera si è costruito un tendone dal quale i bambini hanno avuto modo di entrare ed uscire svolgendo giochi e movimenti, finalizzati al potenziamento dell’attenzione, dell’ascolto e dell’espressione del sè. In seguito, attraverso le performance e le caratteristiche che li distinguono, sono stati presentati i diversi personaggi del circo, per stimolare i bambini ad imitarne i giochi e le attività.
Significative sono state anche le esperienze corporee, i giochi e gli esercizi di equilibrio, per potenziare la coordinazione e che in alcuni casi hanno richiesto l’utilizzo di attrezzi tipici della ginnastica ritmica (palle morbide, cerchi, hula hoop).
Le atmosfere fantastiche del "circo delle meraviglie" dunque, hanno avvolto i bambini in un'aurea di mistero e di spensieratezza, in cui la leggerezza dell'essere e l'indefinito del muoversi non sono un limite bensì diventano un'arma contro le insicurezze e le paure
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Si intitola “Memoria di pietra e parole” il progetto realizzato dall’ITES Jacopo Barozzi di Modena, che ha allestito un laboratorio teatrale storico e di produzione cinematografica.
Il punto di partenza è stato il lavoro di ricerca su materiali storici da cui trarre spunti e riflessioni per raccontare gli anni decisivi della fondazione della nostra Repubblica. Le biografie delle persone ricordate sui cippi e sulle lapidi modenesi (1940-1945) sono state il fulcro di questa fase del progetto: di chi erano quei volti e quei nomi sulle lapidi? Perché sono così presenti in città? Per rispondere a queste domande gli studenti si sono avvalsi della collaborazione dell'Istituto Storico, di A.n.m.i.g., dell'A.n.p.i., dello storico Daniel degli Esposti.
Questi i numeri che hanno arricchito il progetto: 452 storie della resistenza dal ’40 al ‘45, di cui 12 studiate per cercare un filo narrativo di continuità da 24 studenti che hanno frequentato 60 ore di laboratorio teatrale.
Il risultato finale è stato per l'appunto l'allestimento teatrale della storia di Antigone che si ribella a leggi ingiuste in nome di ideali superiori quali la giustizia e la libertà, e alla quale si sono ispirati i giovani studenti che oggi si fanno ambasciatori di una nuova "ricerca della libertà".