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La voce del PON Per la Scuola contro il razzismo

23/03/2021 09:28

In occasione della XVII Settimana di azione contro il razzismo (dal 21 al 27 marzo 2021) anche le scuole del PON scendono in campo per sostenere la non discriminazione e l’antirazzismo.

Un esempio è rappresentato dall’l’ITG 'G.G. MARINONI' di Udine che ha promosso un processo di integrazione socio-culturale, attraverso la pratica motoria del gioco del cricket, con uno specifico modulo a valere sull’Avviso Competenze di cittadinanza globale.  Strategico è stato il coinvolgimento di alcuni profughi pakistani, grazie ad una convenzione stipulata con associazioni di cooperazione umanitaria presenti sul territorio. I trenta ragazzi protagonisti del progetto “C come cricket, cultura e convivenza” per due mesi hanno interiorizzato il rispetto verso l’avversario, l’osservanza delle regole definite dall’arbitro (umpire) e la condanna di qualsiasi forma di violenza (anche verbale) fra giocatori di squadre diverse.

È stato scelto di praticare il cricket perché in tale sport è fondamentale il fairplay (comportamento corretto) in campo, più di qualsiasi regola tecnica applicata. E se sul campo i ragazzi hanno imparato a rispettare e valorizzare l’altro, i momenti conviviali del post-partita hanno ancor più annullato le distanze culturali tra Paesi, grazie alla commistione tra piatti friulani e pakistani.

La voce del PON Per la Scuola contro il razzismo

23/03/2021 09:28

In occasione della XVII Settimana di azione contro il razzismo (dal 21 al 27 marzo 2021) anche le scuole del PON scendono in campo per sostenere la non discriminazione e l’antirazzismo.

Un esempio è rappresentato dall’l’ITG 'G.G. MARINONI' di Udine che ha promosso un processo di integrazione socio-culturale, attraverso la pratica motoria del gioco del cricket, con uno specifico modulo a valere sull’Avviso Competenze di cittadinanza globale.  Strategico è stato il coinvolgimento di alcuni profughi pakistani, grazie ad una convenzione stipulata con associazioni di cooperazione umanitaria presenti sul territorio. I trenta ragazzi protagonisti del progetto “C come cricket, cultura e convivenza” per due mesi hanno interiorizzato il rispetto verso l’avversario, l’osservanza delle regole definite dall’arbitro (umpire) e la condanna di qualsiasi forma di violenza (anche verbale) fra giocatori di squadre diverse.

È stato scelto di praticare il cricket perché in tale sport è fondamentale il fairplay (comportamento corretto) in campo, più di qualsiasi regola tecnica applicata. E se sul campo i ragazzi hanno imparato a rispettare e valorizzare l’altro, i momenti conviviali del post-partita hanno ancor più annullato le distanze culturali tra Paesi, grazie alla commistione tra piatti friulani e pakistani.