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PON in corso d'opera: il teatro per ridurre le distanze

25/03/2021 14:26
strumenti e approfondimenti
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Il titolo “In corso d’opera” rende perfettamente il principio chiave che ha animato il progetto dell' IS.MAG.G.MAZZINI di Napoli, ossia il costruire un’opera teatrale dopo un lungo percorso di alfabetizzazione.

Condotto in parte in pieno lockdown, i ragazzi sono riusciti – seppur ognuno nella propria cameretta – a costruire lo spettacolo finale “Attese” che ha portato il gruppo aula non solo a studiare l’originale opera teatrale “Aspettando Godot” di Samuel Beckett, ma anche a rivisitarla a livello drammaturgico interpretando il significato dell’attesa coerentemente con quello che le peculiari condizioni di svolgimento delle attività didattiche suggerivano, dopo l’insorgere della pandemia.

Il teatro, come altre forme d’arte in generale, rientra in un’accezione inclusiva e l’emergenza sanitaria è stata causa di un’apparente interruzione delle attività del PON così come previste inizialmente. Lo sforzo profuso dalla scuola non ha riguardato solo la rimodulazione del progetto PON in modalità a distanza, ma soprattutto la reinterpretazione delle performance teatrali – per natura vocate alla conduzione in laboratorio – che sono state invece condotte a distanza, senza scenografia, fuori da un palco e davanti ad un piccolo schermo.

Almeno il pubblico però non è mancato: lo spettacolo finale è stato poi trasposto in digitale con un evento online, davanti ai genitori e alle famiglie degli studenti chiamate a partecipare ai lavori di chiusura progetto. Il risultato è stato un ibrido tra teatro e “cinematografia” che ha stimolato i ragazzi e ha reso le distanze meno insormontabili

Per i ragazzi l’esperienza si è rivelata interessante, laboriosa ma soprattutto creativa data l’esigenza di sperimentare tecniche comunicative differenti. Infatti, per compensare la perdita di aspetti essenziali nella pratica teatrale come la gestualità e la scenografia ci si è concentrati sulla modulazione della voce e sulla espressività della mimica facciale.

“Attese” è stato così il mezzo attraverso cui poter riscoprire l’importanza delle parole e la didattica a distanza ha rappresentato il palcoscenico dove la perfezione dei movimenti e la cura dei dettagli ha lasciato lo spazio al senso delle relazioni e alla valorizzazione del sentire comune.

Ecco le voci dei protagonisti incontrati nella nostra quarta tappa:

https://www.youtube.com/watch?v=qZAmKTzzSWY

 

PON in corso d'opera: il teatro per ridurre le distanze

25/03/2021 14:26
strumenti e approfondimenti

Il titolo “In corso d’opera” rende perfettamente il principio chiave che ha animato il progetto dell' IS.MAG.G.MAZZINI di Napoli, ossia il costruire un’opera teatrale dopo un lungo percorso di alfabetizzazione.

Condotto in parte in pieno lockdown, i ragazzi sono riusciti – seppur ognuno nella propria cameretta – a costruire lo spettacolo finale “Attese” che ha portato il gruppo aula non solo a studiare l’originale opera teatrale “Aspettando Godot” di Samuel Beckett, ma anche a rivisitarla a livello drammaturgico interpretando il significato dell’attesa coerentemente con quello che le peculiari condizioni di svolgimento delle attività didattiche suggerivano, dopo l’insorgere della pandemia.

Il teatro, come altre forme d’arte in generale, rientra in un’accezione inclusiva e l’emergenza sanitaria è stata causa di un’apparente interruzione delle attività del PON così come previste inizialmente. Lo sforzo profuso dalla scuola non ha riguardato solo la rimodulazione del progetto PON in modalità a distanza, ma soprattutto la reinterpretazione delle performance teatrali – per natura vocate alla conduzione in laboratorio – che sono state invece condotte a distanza, senza scenografia, fuori da un palco e davanti ad un piccolo schermo.

Almeno il pubblico però non è mancato: lo spettacolo finale è stato poi trasposto in digitale con un evento online, davanti ai genitori e alle famiglie degli studenti chiamate a partecipare ai lavori di chiusura progetto. Il risultato è stato un ibrido tra teatro e “cinematografia” che ha stimolato i ragazzi e ha reso le distanze meno insormontabili

Per i ragazzi l’esperienza si è rivelata interessante, laboriosa ma soprattutto creativa data l’esigenza di sperimentare tecniche comunicative differenti. Infatti, per compensare la perdita di aspetti essenziali nella pratica teatrale come la gestualità e la scenografia ci si è concentrati sulla modulazione della voce e sulla espressività della mimica facciale.

“Attese” è stato così il mezzo attraverso cui poter riscoprire l’importanza delle parole e la didattica a distanza ha rappresentato il palcoscenico dove la perfezione dei movimenti e la cura dei dettagli ha lasciato lo spazio al senso delle relazioni e alla valorizzazione del sentire comune.

Ecco le voci dei protagonisti incontrati nella nostra quarta tappa:

https://www.youtube.com/watch?v=qZAmKTzzSWY

 

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